giovedì 30 ottobre 2014

Soffio





Kim Ki-Duk ha ormai acquisito una capacità produttiva e realizzativa invidiabile. Riesce a realizzare in tempi brevissimi film che non mancano mai di stupire piacevolmente il pubblico del cinema di qualità anche se la critica internazionale, dopo averlo scoperto e promosso, sta progressivamente prendendone le distanze. Forse perché il suo è un cinema troppo personale (nel senso più pieno del termine) per continuare a piacere a lungo a chi cerca la novità per la novità. Il conflitto tra l'amore e la passione che si fa tutt'uno con il sesso, tra lo spirito e la carne che sembra a volte pretendere la violenza sono problemi che attraversano tutto il suo modo di fare cinema e che anche in questa occasione si ripropongono.

Ancora una volta l'irrazionale irrompe in una vita 'normale' così come in quella di qualcuno che ha la morte con sé per averla procurata ad altri e aver cercato di darla a se stesso. La donna offre al condannato quel respiro che lui si è sottratto ma di cui anche lei sente il bisogno. Un respiro che può però anche trasformarsi repentinamente nel suo contrario: la soffocazione.
L'interiorità di lei si è trasformata in un angelo con un'ala ripiegata che ha bisogno di spiccare il volo e che trova lo spazio nell'angusta dimensione di un carcere. Il regista sudcoreano sa bene come esprimere le tensioni interpersonali filtrandole attraverso l'uso delle immagini. L'uomo ha bisogno di immagini e di simulacri e questo film in particolare se ne occupa. La televisione, il circuito interno della prigione che registra gli incontri tra i due, i graffiti sul muro, le foto che la donna dona al condannato, gli stessi fondali iperrealistici che utilizza come sfondo con cui 'ricreare' il parlatorio sono tutti legati alla necessità di trasformare in immagini l'esperienza e al contempo fissarla per poterla in qualche modo possedere. Ma si tratta di un possesso fragile e reversibile. Come pupazzi di neve destinati a liquefarsi.
Una giovane madre in crisi coniugale (il marito la tradisce) si innamora di un detenuto condannato a morte che ha tentato di suicidarsi. Riesce a incontrarlo nel parlatorio sconvolgendo i suoi sentimenti e suscitando reazioni nei suoi compagni di cella uno dei ne quali ne è geloso. Il marito scopre quanto sta accadendo e cerca di recuperare il rapporto. Fonte



 Link streaming: Nowvideo
                                         Videowood





Istruzioni: Dopo aver cliccato sul Link streaming attendi 5 secondi fino a quando comparirà sulla pagina in alto a destra il pulsante "AVANTI" per continuare. Buona visione. 

Nessun commento:

Posta un commento